Competenze esclusive dello Stato in materia di sistemi informatici della PA, la vittoria di Stefano Quintarelli (e di tutto il Paese)
Passa a sorpresa alla Camera dei Deputati l’emendamento di Stefano Quintarelli per la modifica dell’art. 117 della Costituzione che trasferisce le competenze in materia di sistemi informativi della Pubblica Amministrazione, anche a livello regionale e comunale, allo Stato. Si tratta di una svolta epocale, che fa fare un passo avanti di decenni al nostro Paese. Il coordinamento statale infatti porrà rimedio a una situazione incresciosa e intollerabile, ossia alla balcanizzazione della spesa pubblica e delle strategie per il digitale in una galassia incoerente, contraddittoria e inefficace di minipiattaforme diverse e spesso non interoperabili adottate da una miriade di enti pubblici, che di sovente non hanno nemmeno le competenze per far funzionare i sistemi informatici che acquistano. Un approccio, quello che si è seguito in questi anni, quanto meno paradossale, in quanto porta a frammentare le politiche pubbliche in un contesto – quello delle reti – che invece si basa su standard globali e su politiche di governance negoziate a livello internazionale. Un approccio che, inoltre, rappresenta la causa primaria dello spreco colossale di denaro pubblico cui abbiamo assistito negli ultimi decenni in Italia in materia di digitalizzazione della pubblica amministrazione.
L’emendamento di Quintarelli era entrato in aula già sconfitto, con il parere contrario del governo, della commissione e del relatore di minoranza. A quel punto, come fosse un navigato politico, Quintarelli ha deciso di ritirare l’emendamento, consentendo ad altri parlamentari di intervenire sul merito della proposta. Una mossa indovinata, visto che subito dopo la Camera ha approvato l’emendamento all’unanimità. Un fatto storico anche dal punto di vista politico dato che, come ricorda Orlando Rocchi su Key for Web, per ritrovare una modifica costituzionale approvata con 0 voti contrari bisogna risalire al 1948.
La votazione di ieri sull’articolo 117 della Costituzione dimostra chiaramente quali e quanti progressi è in grado di far fare al Paese la presenza, tra gli scranni parlamentari, di anche una sola persona competente, ostinata e appassionata. Peccato che la maggioranza degli organi di informazione mainstream non abbia compreso, almeno per ora, l’importanza dell’evento di ieri e non abbia divulgato la notizia ai propri lettori con la rilevanza che meriterebbe.