Diritto all’oblio, l’arroganza di Google in Europa.
Il roadshow di Google contro il diritto all’oblio in Europa è stato un fallimento e, come spiega Simon Davis su The Privacy Surgeon, si sta rivelando un boomerang per la compagnia di Mountain View. Gli incontri pubblici del Comitato Consultivo di Google, programmati nelle principali città europee, invece di dividere i movimenti per i diritti digitali (tra quelli favorevoli al diritto di ottenere la cancellazione delle informazioni datate sul proprio conto, e quelli che si battono per un’applicazione estesa del diritto all’informazione), stanno ottenendo il solo effetto di irritare ulteriormente le autorità europee. Che in più occasioni fanno notare come Google abbia l’obbligo di ottemperare alle disposizioni della Corte di Giustizia UE, e iniziano a chiedersi come sia possibile che la corporation californiana possa mettere di fatto in discussione l’autorità delle istituzioni comunitarie. Google infatti, anziché ottemperare ai suoi obblighi in materia di diritto all’oblio (RTBF – Right to be Forgotten), sta prendendo tempo e continua a voler ridefinire i confini di applicabilità di questo diritto. Di fatto la corporation sperava di attivare un movimento d’opinione ostile alle attività di regolamentazione da parte di governi e istituzioni politiche, secondo uno schema che ha funzionato molte volte in passato. Ma che ha fatto il suo tempo in Europa. Il Datagate ha avuto un effetto profondo sulle opinioni pubbliche europee, molto più profondo di quanto sia rintracciabile a livello di politiche comunitarie e documentazione strategica.
Oggi la posizione di Google suona a tutti inaccettabile, e secondo Davis mostra “non solo la persistente ostilità di Google alla privacy, ma anche il suo disprezzo per lo stato di diritto in Europa”. Lo stesso Davis, nella foto a corredo dell’articolo (che qui riporto), fa notare come all’evento di Madrid i relatori fossero disposti “in modo da sembrare una corte suprema“. Una sfida tra autorità che, ancora una volta, mette in evidenza le dinamiche conflittuali tra codice informatico e codice giuridico che l’Europa, a differenza degli USA, non ha ancora risolto.