Operazione ISIS, gli hacker di Anonymous contro il Califfato
Lo avevano annunciato subito dopo il massacro alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi: combatteremo l’ISIS con tutti i nostri mezzi. Che il network di hacker Anonymous prendesse posizione sulla strage al settimanale satirico in maniera così repentina, chiara e decisa c’era da immaginarselo, visto che il credo hacker lega al principio della libertà d’espressione l’esercizio della libertà di codifica, il diritto a manipolare i codici dei programmi senza vincoli politici ed economici.
Ieri notte un account YouTube molto vicino agli ambienti Anonymous ha pubblicato un video di rivendicazione della prima Operazione ISIS, #OpISIS nella terminologia paramilitare che l’organizzazione utilizza su Twitter.
Il video è corredato da un link Pastebin , la piattaforma progettata per condividere codici e script per programmi e usata di sovente da Anonymous per far circolare testi lunghi come i comunicati. Qui Anonymous ha pubblicato un elenco di account Twitter (bloccati o da bloccare) usati per fare proselitismo jihadista online, una manciata di profili Facebook che si consiglia di tenere sotto controllo perché “sospettati di essere in contatto con i terroristi dell’ISIS in Siria e Iraq”, una cinquantina di indirizzi email di membri dell’ISIS, e qualche indirizzo IP. Un vero e proprio rapporto di intelligence che risulterà senza dubbio utile a quelli che tradizionalmente erano gli acerrimi nemici di Anonymous: FBI, CIA e NSA.
L’operazione contro il Califfato porta la firma di ReadCult Team, un noto gruppo della galassia Anonymous che ha compiuto la gran parte delle incursioni. All’azione si sono aggiunte altre sigle più o meno note: Tom McLennon, MajHoul (quello dell’account YouTube) e G. Un secondo round è stato già annunciato e ci si aspetta il consueto effetto valanga, con sempre più gruppi hacker impegnati in qualche operazione da postare in rete con l’hashtag #OpISIS.